Nell’ articolo precedente abbiamo cominciato a parlare di intelligenza emotiva, partendo dalla teoria di Daniel Goleman. Abbiamo poi scoperto che si tratta di una competenza chiave per il leader moderno: “è fondamentale per creare e mantenere rapporti sociali e influenzare gli altri – sono skill, queste, che aiutano le persone in tutta la loro carriera” racconta Margaret Andrews, docente di Intelligenza Emotiva a Harvard. Recenti studi suggeriscono inoltre che le persone dotate di intelligenza emotiva non solo lavorano meglio, ma sono anche più soddisfatte, appagate e innovative.
Ora la domanda sorge spontanea: è possibile sviluppare l’intelligenza emotiva? Qui trovate cinque semplici ma efficaci consigli per migliorarla e tenerla sempre in allenamento.
- Imparare a conoscersi
La consapevolezza di sé è uno dei cinque pilastri dell’intelligenza emotiva e di una buona leadership: solo chi è in grado di controllare sé stesso e le proprie emozioni, può controllare quelle altrui. Dedicate ogni giorno del tempo a voi, focalizzatevi sui vostri punti di forza e di debolezza. Un semplice gesto come scrivere i propri pensieri su un diario può essere di grande aiuto: bastano pochi minuti al giorno per conoscersi meglio. E per verificare se la percezione che avete di voi corrisponde alla realtà, perché non chiedere un feedback a colleghi, collaboratori e amici? Le persone che vi stanno attorno saranno in grado di valutare le vostre capacità di adattamento o come affrontate le situazioni di crisi – anche se le risposte non saranno sempre quelle che vorreste sentire, di sicuro vi aiuteranno ad avere una percezione più accurata di voi. E a migliorarvi.
- Mantenere la calma
Non è facile mantenere la calma e la lucidità, soprattutto nelle situazioni più difficili. Cominciate ad analizzare il vostro comportamento nei momenti di tensione: andate nel panico? Scaricate la colpa sugli altri? Alzate subito la voce? Il primo passo verso l’autocontrollo e la moderazione è conoscere le proprie reazioni emotive ai cosiddetti “trigger”, letteralmente “grilletti”, che le scatenano. Potete annottare le emozioni negative su un foglio e poi strappare il pezzo di carta: questo vi aiuterà sia a metterle a fuoco sia a non dirle ad alta voce nel momento sbagliato. Provate anche alcune tecniche ed esercizi di respirazione per mantenere la calma.
- L’arte dell’empatia
Che l’empatia non sia una qualità innata ma si possa apprendere, ce lo insegna il sistema scolastico danese: un’ora alla settimana i bambini imparano a riconoscere e a sentire le emozioni altrui. Anche gli adulti possono sviluppare e coltivare l’empatia con alcuni esercizi. Provate, per esempio, a mettervi nei panni dei vostri colleghi per capire il loro punto di vista, invece di giudicarli. Prestate poi attenzione al linguaggio del corpo: i nostri gesti e i nostri movimenti raccontano spesso più delle parole. Una conoscenza approfondita del linguaggio del corpo vi aiuta a mantenere un atteggiamento di apertura non solo verbale e a entrare in sintonia con i vostri interlocutori. Secondo recenti studi scientifici, anche la letteratura stimola fortemente l’empatia: in pausa pranzo o alla sera, ritagliatevi del tempo per leggere.
- L’ottimismo
Ottimismo e intelligenza emotiva vanno di pari passo – e così anche il successo sul lavoro. Chi è in grado di allontanare e gestire i pensieri negativi, è infatti meno soggetto all’ansia e rimane più motivato e concentrato. Più facile a dirsi che a farsi, siamo d’accordo, ma ogni volta che dovete affrontare una sfida o un insuccesso cercate di vedere il lato positivo, anche se piccolo e nascosto. Guardare la situazione sotto tutti i punti di vista, nel modo più oggettivo possibile, allontana la negatività. Lasciate spazio a meditazione e mindfulness sul lavoro: possono essere un aiuto più grande di quello che pensate.
- Comunicare apertamente
Intelligenza emotiva è anche sapere comunicare con gli altri. Cominciate a lavorare sul vostro vocabolario: imparate a utilizzare le parole giuste al momento giusto, senza perdervi in discorsi prolissi e poco mirati. Quando vi trovate in una riunione, non pensate solo a quello che dovete dire, ma ascoltate attentamente chi parla, sforzatevi di capire il senso delle loro parole. La comunicazione, infatti, non è un semplice botta e risposta ma è un processo più complesso e bidirezionale. Fondamentale anche mostrare un atteggiamento di apertura; siate sempre aperti al confronto, accettate le critiche con il sorriso e incoraggiate il dialogo tra colleghi.