“Non ho tempo”: quante volte avete sentito e avete ripetuto questa frase? Viviamo giornate dai ritmi sempre più frenetici, e le nostre agende, cartacee e mentali, si fanno sempre più fitte. Sia nella vita privata che in quella lavorativa, lamentiamo di avere troppo poco tempo per fare troppe cose. In tanti vorrebbero che le giornate fossero di 48 ore, non aver bisogno di dormire la notte… in verità, non abbiamo bisogno di più tempo, ma di utilizzarlo in maniera migliore per dare più valore alle cose davvero importanti.
Ma come si arriva a una gestione del tempo efficiente e salutare? Il nostro consiglio è quello di partire da una migliore e più responsabile percezione del tempo.
Per parlare di tempo, gli antichi Greci utilizzavano due concetti: Kronos (Κρόνος) e Kairos (Kαιρός). Kronos è una divinità pre-olimpica della mitologia greca, spesso rappresentato come un gigante colto nell’atto di divorare la sua prole. È il simbolo del tempo che scorre, quantificabile, che ci scivola addosso e punta all’accumulo di esperienze. Kronos è qualcosa di oggettivo, al di fuori di noi.
Kairos, invece, è il tempo qualitativo, propizio, opportuno; è la buona occasione, “l’attimo fuggente” che non deve essere sprecato e presuppone sensibilità e responsabilità. Nella mitologia greca, Kairos è raffigurato come un giovane nudo e alato che corre veloce. Una volta passato, è quasi possibile da afferrare.
Se Kronos, quindi, è il tempo che passa, Kairos è il tempo che giunge.
Partendo dai concetti di Kronos e Kairos, tempo quantitativo e tempo qualitativo, è facile percepire la differenza tra tempo oggettivo e tempo soggettivo. Sia nella vita privata che in quella lavorativa, ciascuno di noi sperimenta ogni giorno queste due dimensioni. Il nostro modo di concepire il tempo dipende dal nostro coinvolgimento emotivo: quando dobbiamo consegnare un lavoro importante, il tempo sembra quasi volare; quando stiamo aspettando una persona in ritardo, lo stesso tempo sembra non passare mai.
La percezione del tempo è dunque un fatto soggettivo legato a molteplici fattori ambientali, caratteriali ed esperienziali. Seppur in un giorno ci siano per tutti 24 ore, pari a 1440 minuti, ciascuno di noi può vivere la stessa giornata in maniera differente.
Esistono due tipologie di persone e due differenti modi di relazionarsi al tempo.
Potremmo dunque parlare di persone che gestiscono il tempo in modo passivo e persone che lo gestiscono in modo attivo. Se le prime svolgono le attività nell’ordine di arrivo, senza alcuna programmazione, le seconde si fissano degli obiettivi e agiscono per raggiungerli senza farsi sopraffare dagli imprevisti della giornata.
Le persone re-attive tendono a vivere il tempo come una fonte di stress e ansia; quelle pro-attive, grazie a un’organizzazione attenta e mirata, sentono invece di poter gestire il tempo e vivono gli eventi con armonia. Nel prossimo articolo, scopriremo più nel dettaglio come ognuno di noi può arrivare a una migliore gestione e organizzazione del proprio tempo.