Edgar Morin, filosofo, sociologo e antropologo contemporaneo, ha recentemente affermato, durante un’intervista riguardo all’impatto della pandemia sulla società, che «Siamo entrati nell’epoca delle grandi incertezze» e che «La vita è una navigazione in un oceano di incertezze attraverso isole di certezze».
Pensaci un istante, quante decisioni ci ritroviamo a dover prendere nel corso della nostra vita? Quante scelte più o meno consapevoli sono la base dei nostri successi o insuccessi?
Se c’è una cosa su cui siamo tutti d’accordo è che, oggi più che mai, siamo circondati dall’incertezza. Basti solo pensare all’attuale pandemia di Covid-19 che, in un lasso di tempo molto breve, ha amplificato le incertezze su tutti i fronti: da quello economico-finanziario, a quello socio-relazionale; per non parlare dei danni a livello di salute fisica e mentale.
L’incertezza dei tempi moderni, se si fa un’attenta analisi, fa pensare che nel passato si avessero più certezze; ma ciò non è assolutamente vero. Questo pensiero è semplicemente determinato dal superamento delle incertezze che si avevano in passato oppure dal fatto che abbiamo acquisito la capacità di governarle.
E per quanto riguarda l'incertezza sul lavoro?
Sicuramente ti sarà capitato molte volte, sul posto di lavoro o in azienda, di sentire di non avere il controllo, o di sentirti obbligato a fare delle scelte che non avresti mai pensato di fare. Magari, nonostante i traguardi e le strategie che ti eri prefissato, ti sei visto costretto a cambiare i piani o a subire una battuta di arresto per poi ripartire da capo, tutto a causa di imprevisti che non eri riuscito a tenere in conto.
Non solo al lavoro, ma anche nel ristretto ambito della vita privata, ci illudiamo infatti di poter controllare, pianificare e prevedere tutto, senza però arrivare ad alcun risultato, e anche quando pensiamo di aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati, l’incertezza riprende subito vita, accompagnando i continui processi che l’essere umano compie per raggiungere uno scopo.
Una situazione come questa può farci sentire oppressi: stress, ansia, paura, impotenza… sono solo alcune delle sensazioni che può farti provare, mandando in tilt la tua normale capacità di valutare e gestire ciò che ti circonda, buttandoti in una spirale discendente di negatività e dubbi.
Anche le piccole cose diventano tutto d’un tratto molto grandi e ingestibili.
Sembrerebbe quasi che dall’incertezza l’essere umano non possa scappare. Paradossalmente questa è l’unica certezza che si ha su di essa. Perfino i nostri mezzi, come il pensiero, la parola e le azioni, non sembrano ad oggi strumenti sufficienti per toglierla definitivamente dalla nostra vita. Più indaghiamo a fondo e più l’incertezza sembra prendere il largo, quasi come se fosse una componente di cui l’uomo non può fare a meno, quasi come se fosse una caratteristica propria del nostro essere umani.
Eppure, proprio in virtù dell’incertezza, l’uomo non smette mai nella sua continua ricerca per provare, per quelle che sono le sue capacità e i suoi limiti, a ridurre al minimo questa componente.
«L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane.» (Zygmunt Bauman, L’arte della vita, 2008)
Se ti senti sopraffatto da incertezze e preoccupazioni, voglio che tu sappia, indipendentemente da quanto tu ti senta impotente, che ci sono 4 semplici passi che puoi fare per affrontare al meglio questi momenti, per cercare di gestire questa incertezza:
1. Accettare (le tue emozioni)
Accettare le proprie emozioni significa dar loro il permesso di entrare dentro di te, e di viverle per quello che sono, ovvero esperienze interne che, anche se spiacevoli, sono esperienze umane. Dobbiamo cercare di entrare in contatto con noi stessi, di conoscere e definire il più possibile le caratteristiche dell’emozione che stiamo vivendo.
2. Essere proattivi
Ricorda che accettazione non significa rassegnazione. Dobbiamo infatti essere dotati di proattività, una delle competenze più importanti, sia nei confronti di noi stessi che dell’ambiente che ci circonda. La persona proattiva è colui o colei che non si lascia abbattere da imprevisti, blocchi momentanei e ostacoli, anzi, ha l'iniziativa e il senso di responsabilità necessari per far sì che le cose accadano.
3. Distinguere tra complicato e complesso
Mentre un problema complicato ha variabili familiari e può essere scomposto in parti più semplici, quelli che definiamo come complessi sono sconosciuti, non scomponibili, e le singole parti del problema sono interdipendenti tra di loro. Quest’ultimi hanno bisogno di un approccio completamente diverso. Spesso, infatti, il risultato emerge solo dalla nostra capacità di adattarsi, agire e imparare.
4. Sperimentare
Uno dei modi per affrontare i problemi complessi è quello della sperimentazione. Al seguito di aver raccolto più dati possibili da varie fonti, possiamo mettere in atto quelli che noi chiamiamo come safe to fail experiment, ossia sperimentare piccoli cambiamenti che, anche se dovessero fallire, sono completamente sicuri e privi di rischi.
Per terminare questo articolo, voglio ricordarti che a fare la differenza tra una persona titubante e una persona determinata, è la capacità di affrontare gli eventi improvvisi, di sapersi adattare, di gestire le emozioni e di imparare, anche e soprattutto dai propri errori. Per maggiori dettagli puoi guardare il webinar gratuito cliccando qui sotto.
Foto di Arek Socha