La capacità di ascolto, sia nella vita privata che in quella lavorativa, è una delle qualità più apprezzate, ma non sempre pienamente compresa. Come spiega una ricerca riportata da Harvard, spesso pensiamo di essere dotati di questa skill solo perché sappiamo rimanere in silenzio e dare dei segnali di presenza (espressioni faciali o piccoli cenni) mentre il nostro interlocutore sta parlando.

La verità è che l’ascolto attivo – e non un banale “sentire” – è più complesso di quanto sembri. Innanzitutto, per questioni biologiche, l’essere umano preferisce parlare che ascoltare. “Il solo atto di informare il mondo del nostro punto di vista basta ad attivare le ragioni cerebrali delle ricompense primarie, quelle che rilasciano la dopamina”, spiegano Diana Tamir, direttore del Princeton Social Neuroscience Lab, e Jason Mitchell, neuroscienziato dell’Università di Harvard.

La ragione per cui abbiamo due orecchie e una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più, parlare di meno”, diceva il filosofo greco Zenone di Cizio. Scopriamo insieme l’importanza dell’ascolto attivo nel mondo del lavoro.

Prima ascoltare, poi parlare

“Prima cerca di capire… poi di farti capire”: così scriveva il formatore americano Stephen Covey nel suo libro Le sette regole per avere successo. Questo principio comporta un radicale cambio di paradigma che mette l’atto del parlare subordinato a quello dell’ascoltare.

La maggior parte di noi, al contrario, non ascolta con l’intenzione di capire, ma con quella di poter prendere la parola e dire la propria il più velocemente possibile. Siamo infatti così concentrati su noi stessi e sulla nostra opinione che fatichiamo a entrare in contatto gli altri. Come spiegano gli esperti, questa diffusa incapacità di ascoltarerende più difficile il dialogo, che si costruisce con la voglia di comprendere, prima che di farsi comprendere”.

Perché l’ascolto attivo è così importante?

Possiamo definire l’ascolto attivo come la capacità di dare completa attenzione al nostro interlocutore, comprendendo appieno il suo messaggio e non solo il significato letterale delle parole. In questo articolo trovate alcuni consigli per ascoltare in modo attento e migliorare le proprie capacità di ascolto attivo sul lavoro.

Qui scopriamo invece alcuni fondamentali vantaggi che derivano dall’ascolto attivo.

  • Relazioni di fiducia

Praticare un ascolto attivo aiuta a istaurare relazioni solide e di fiducia con i colleghi. È capitato a tutti di parlare senza essere ascoltati, e, di conseguenza, provare un forte senso di delusione e sfiducia verso l’interlocutore. Al contrario, quando sappiamo di poter parlare con un collega senza essere interrotti o trascurati, ci sentiamo di aver di fronte un interlocutore affidabile con cui possiamo confrontarci liberamente. Gli ascoltatori attivi sono coloro a cui colleghi e dipendenti si rivolgono per parlare di proposte, suggerimenti, idee e problemi lavorativi. Ed è così che nascono i nuovi progetti.

  • Ascolto reciproco

Il meccanismo è semplice: se il nostro interlocutore ci ascolta con attenzione, a nostra volta siamo più propensi ad ascoltare in modo attento. Al contrario, quando ci sentiamo trascurati mentre esprimiamo il nostro punto di vista, difficilmente presteremo attenzione quando sarà il nostro turno di ascoltare. Negli ambienti di lavoro, dove la comunicazione efficace è alla base del successo, è fondamentale creare un team di ascoltatori attenti, in grado di dialogare in modo aperto e responsabile.

  • Maggiori competenze

Non solo facendo, ma anche ascoltando si impara. Quando ascoltiamo colleghi e i collaboratori in modo attento e curioso, possiamo allargare gli orizzonti, scoprire cose nuove e migliorare le nostre competenze. Sicuramente alcuni dei nostri colleghi saranno più competenti di noi su certi aspetti: costruendo un dialogo costruttivo e attento, possiamo trarre vantaggio dalla loro presenza. In parole semplici, l’ascolto attivo permette un passaggio di conoscenze immediato e naturale, senza alcun costo.