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Diverse generazioni sul posto di lavoro: conoscerle per gestirle

Scritto da Giulia Viganò | 13 nov 2020

Con l’allungarsi dell’età pensionabile e l’aumento dell’aspettativa di vita, oggi più che mai nelle aziende coesistono diverse generazioni di lavoratori con idee, valori, stili di vita, aspirazioni e competenze molto distanti tra loro. Provate a pensare agli over 60 e ai ventenni che muovono i primi passi nel mondo del lavoro: se i primi sono abituati al posto fisso, alle lunghe riunioni face-to-face e agli appunti carta e penna, i secondi sono iperconnessi, velocissimi e comunicano attraverso i social network.

Ma cosa comporta la compresenza di diverse generazioni sul posto di lavoro? Secondo Maria Cristina Bombelli, fondatrice e presidente di Wise Growth e autrice del libro Generazioni in azienda. Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse, “la gestione delle differenze generazionali è una delle maggiori sfide del prossimo futuro”. Prima di capire come possono persone così diverse convivere e lavorare in modo armonioso, chiariamo subito il significato di generazione.

Di cosa parliamo quando parliamo di generazione

In sociologia il termine “generazione” viene utilizzato per identificare un insieme di persone nate nello stesso periodo storico e sottoposte a determinati eventi (sociali, culturali e politici), da cui nascono valori e atteggiamenti comuni. L’intervallo temporale tra una generazione e l’altra è di circa 20 anni.

Attualmente sono quattro le generazioni che si trovano a condividere lo stesso posto di lavoro. Scopriamo insieme le loro caratteristiche.

  • Baby boomer (nati tra il 1946 e il 1964)

I baby boomer sono i figli del boom economico; sono cresciuti negli anni di rivoluzioni culturali, manifestazioni studentesche, pacifismo, femminismo e movimento hippie. Credono nel gioco di squadra, nei rapporti diretti tra le persone e nel valore dell’esperienza. Caratterizzati da una forte etica del lavoro, hanno raggiunto e tuttora occupano posizioni di successo, con redditi mediamente elevati e sicuri, ma mantengono una forte predisposizione al risparmio.

 

  • Generazione X (nati tra il 1964 e il 1979)

 La generazione X, quella degli attuali quaranta-cinquantenni, è una generazione un po’ indefinita che sembra rimasta schiacciata tra quella che la precede, che ha goduto della crescita economica, e quella che la segue, più portata a sfruttare le nuove tecnologie. Questa generazione ha vissuto grandi eventi storici, come la caduta del muro di Merlino e la fine della guerra fredda. Il termine X deriva dal romanzo Generation X di Doug Coupland, il primo ad aver delineato un ritratto di questa generazione sottovalutata. Rispetto ai baby boomer sono meno ottimisti, hanno stipendi inferiori e aspirano a un maggior equilibrio tra vita personale e lavoro.

 

  • Generazione Y (tra il 1980 e il 1995)

La generazione Y, chiamata anche generazione dei millenial, è cresciuta durante il boom tecnologico, tra smartphone e social network, e ha visto eventi imprevedibili come il crollo delle Torri Gemelle, attacchi terroristici e disastri naturali (uragani, tsunami e terremoti). I millenial sanno usare e si affidano completamente al web e alla tecnologia, e per questo li si identifica con la generazione del “tutto e subito”. Spesso classificati come “bamboccioni”, in realtà faticano a inserirsi in una situazione lavorativa sempre più precaria, con alti livelli di disoccupazione, che li costringe e vivere ancora con la famiglia.

 

  • Generazione Z (nati dopo il 1995)

A far parte della generazione Z sono i più giovani, coloro che cominciano ad affacciarsi al mondo del lavoro. Ancora più dei loro fratelli maggiori millenial, sono “nativi digitali”, totalmente immersi nel mondo virtuale; comunicano con la tecnologia, utilizzando un linguaggio abbreviato, immagini e video. Sono velocissimi nell’apprendere ma faticano a rimanere concentrati e a leggere poche righe. Abbracciano valori come la tolleranza, l’apertura, la condivisione, e sono molto attenti alle tematiche ambientali.