Oggi le imprese presentano una forza lavoro sempre più eterogenea, tanto che quattro generazioni si ritrovano a convivere in azienda. E sebbene le diversità tra generazioni siano sempre esistite, negli ultimi anni sono diventate ancora più rilevanti per la velocità del progresso tecnologico, da cui nasce il cosiddetto digital divide, che separa i nativi digitali (generazione Y e Z) dalle figure più senior (baby boomer).

Coordinare, gestire, attirare e fidelizzare generazioni diverse di lavoratori può diventare un grosso problema per le aziende. La prima cosa che tutte le imprese devono capire è che risolvere o azzerare il gap generazionale è una missione impossibile; al contrario, si deve imparare a riconoscerlo, a identificare i punti di forza, le debolezze, le aspettative, i linguaggi e i valori di ciascuna fascia di età. Solo partendo da questa consapevolezza la differenza di età tra dipendenti e collaboratori smette di rappresentare un problema e diventa invece una risorsa preziosa per l’impresa.

Qui trovate cinque consigli per gestire il gap generazionale in azienda in modo efficiente.

  • Valorizzare le diversità

Il primo compito di un manager è quello di valorizzare le diversità: ogni generazione deve poter dare il proprio contribuito ed esprimere al meglio le proprie competenze, visioni, idee e talenti. In questo modo le differenze smettono di essere occasioni di conflitto, ma diventano stimoli reciproci: la contrapposizione tra “noi” e “voi” viene meno e si rafforza il senso di “noi”. La cultura della diversità è da incentivare non solo quando si parla di generazioni, ma anche di lavoratori provenienti da differenti Paesi e background.

  • Ricercare le somiglianze, non le differenze

Tendiamo a focalizzarci sulle differenze tra le varie generazioni, dimenticandoci che spesso gli obiettivi e i valori sono comuni. Una ricerca condotta da Coleman Parkes nel 2019 per conto della società di elettronica giapponese Ricoh, che ha coinvolto 4.500 lavoratori europei, dimostra che le differenze non sono così profonde come si potrebbe pensare. Per esempio, i lavoratori di tutte le età chiedono alla propria azienda di operare secondo i più elevati standard etici e morali; così come il 70% degli intervistati spera di migliorare le proprie competenze nel corso della propria carriera. Smettere di focalizzarsi sulle differenze ma puntare sui tratti in comuni aiuta a creare un ambiente più unito, aperto e flessibile.

  • Incentivare la comunicazione in azienda

Una comunicazione aperta, fluida e continua è fondamentale per una buona gestione del gap generazionale in azienda. Compito del manager è incoraggiare il dialogo tra lavoratori di età differenti: solo così possono imparare a conoscersi, apprezzarsi e scambiarsi competenze ed esperienze. Fondamentale è quindi creare occasioni di incontro, sia formali che informali, come attività di team-building, caffè, aperitivi, riunioni e momenti di formazione che uniscono il team e le diverse generazioni.

  • Mutual mentoring, per imparare dagli altri

Il mutual mentoring (mentoring reciproco) è una modalità di formazione molto utile ad appianare i problemi che possono sorgere con il gap generazionale. Per mutual mentoring si intende un processo di passaggio di conoscenze dai senior ai giovani e, in parallelo, dai giovani ai senior. Generazioni differenti, infatti, hanno competenze diverse che possono condividere con i colleghi: da una parte i senior, con la loro esperienza, possono guidare i più giovani nel mondo del lavoro, dall’altra le generazioni Y e Z possono trasmettere competenze digitali alle figure più tradizionali. Creando una situazione di scambio reciproco, il mutual mentorig dimostra che generazioni differenti possono crescere e migliorare insieme, affrontando sfide più complesse solo grazie alle loro diversità.

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