COME IMPARARE A GESTIRE LE NOSTRE ENERGIE?

Dobbiamo essere consapevoli che le nostre energie sono limitate, che è difficile dare sempre il massimo ed essere costantemente efficienti se non si prendono le giuste pause e non si seguono i giusti ritmi. 

La nostra produttività si fonda su tre pilastri: 

  1. L’attenzione. E' fondamentale non solo per la nostra produttività, ma anche per la nostra felicità e la nostra integrità mentale; allenati quindi a concentrarti, a dire di no alle distrazioni e al multitasking
  2. La gestione il tempo. Esistono due semplici ma efficaci strategie:
    - curare l’inizio e la fine delle giornate lavorative con la tecnica BAD
    - portare focus su azioni importanti con regola dei tre obiettivi.
  3. La gestione della nostra energia personale. Spesso ci dimentichiamo che siamo un sistema biologico, che obbedisce a delle leggi ben precise, dei principi di funzionamento e abbiamo dei limiti. Se il paragone non ti offende, siamo come una macchina. Consumiamo energia, quindi abbiamo bisogno di un carburante, e anche di buona qualità possibilmente. Abbiamo bisogno di curare il motore, non di tirare le marce, abbiamo bisogno di revisione periodica ogni tanto.

Questo punto ci porta a fare delle considerazioni importanti su come gestiamo la nostra macchina nella vita lavorativa. Molte persone pensano di aumentare la propria produttività incrementando il numero di ore lavorative. L’equazione è molto semplice: più ore = più lavoro svolto, ma se hai provato anche solo per qualche giorno, ti sarai accorto che qualcosa non funziona. Le ricerche infatti ci dicono che lavorare più ore del dovuto aumenta la produttività solo nel breve periodo. Nel giro di qualche settimana in realtà la qualità e la quantità del lavoro si abbassano, si crea stress con tutto il corollario di malattie collegate, per non parlare del disequilibrio tra vita personale e vita lavorativa.

Quindi lavorare più ore del dovuto funziona solo per periodi limitati di tempo, dopodiché la nostra macchina rende molto meno di quello che potrebbe e rischia di rovinarsi.

 

Come strutturare la nostra giornata lavorativa?

Spesso viviamo le nostre giornate come delle maratone: faccio, faccio, faccio, senza pause, ma non è questo il modo di funzionare in modo ottimale. Il nostro corpo richiede pause intermittenti per funzionare al meglio. La maggior parte delle volte, soprattutto in periodi di grande tensione, ignoriamo avvertimenti come stanchezza fisica, distrazione e irritabilità. Beviamo un caffè in più o assumiamo più zuccheri, o facciamo ricorso alle nostre riserve naturali di emergenza: gli ormoni dello stress come l’adrenalina e il cortisolo. Questi rilasciano energia, ma inducono anche stati di ansia e ipertensione che a lungo andare insidiano la nostra efficienza. Abbiamo bisogno quindi di alternare periodi di sforzo a periodi di rigenerazione, periodi di sforzo a periodi di rigenerazione e così via, esattamente come si allenano gli sportivi.

 

 

 

Quanto devono durare questi slot di tempo lavorativi? 

Dipende molto da persona a persona. Ci sono tante proposte in questo senso: alcuni parlano di 45 minuti poi pausa di 5 minuti, altri di un'ora e mezza e pausa di 10 minuti, comunque non più di due ore. Il mio suggerimento è: osservati e fai degli esperimenti! Mi raccomando poi: queste pause devono essere veramente rigeneranti, si parla di tecniche di rinnovamento di breve durata. Ti posso fare qualche esempio: fare alcuni respiri profondi all’aria aperta, meditare, camminare, ascoltare musica, fare stretching… Adesso dico un taboo: fare un breve sonnellino. Se lavori da casa e puoi, funziona veramente!

 

Quali sono i tuoi modi di rigenerati?

Fai un elenco e organizza il tuo tempo prevedendo delle pause rigeneranti. Non cadere nell’inganno che non hai tempo di farle: è esattamente il contrario. Dopo che le avrai fatte, lavorerai meglio! Quanto ti sto dicendo è ancora più importante per coloro che lavorano in Smart Working, perché passano praticamente tutto il loro tempo davanti al computer, che è veramente faticoso da molti punti di vista.

 

Sonno, alimentazione e movimento

Siccome stiamo parlando di gestione dell’energia personale, non posso non ricordarti alcuni aspetti fondamentali di fisiologia che influiscono tantissimo sulla nostra produttività: sonno, alimentazione, movimento. Mi limiterò semplicemente a fare una panoramica, un promemoria, senza entrare nel dettaglio perché sono temi molto ampi. 

Partiamo dal sonno: sempre più ricerche ci dimostrano quanto sia importante un buon sonno per la salute, la concentrazione, per imparare, lavorare… Dormire poco sembra un segno di efficienza, ma è esattamente il contrario! Se dormi troppo poco, oltre ad essere un rischio per la salute, ti concentri meno e la tua produttività  subisce un declino importante. Gli specialisti raccomandano sette, otto ore di sonno al giorno.

L’alimentazione: il caffè ci dà un guizzo di energia meraviglioso, ma va usato con cautela, direi in maniera strategica, proprio quando ti serve. Stessa cosa gli zuccheri: potrebbero servire per una scossa di energia, ma l’improvviso benessere che danno non dura molto, anzi, quando smetteranno di essere in circolo ti faranno sentire più stanco di prima. La frutta secca invece è un ottimo alimento energetico. E poi tanta acqua, compatibilmente con la tenuta della vescica. L’acqua aiuta l’attività cerebrale.

E infine due parole sul movimento: non siamo fatti per stare seduti tutto il giorno davanti un computer! È veramente dannoso, oltretutto spesso abbiamo delle posture scorrette che ci causano mal di schiena, cervicale… Quindi abbiamo bisogno di alzarci ogni tanto e magari lavorare in piedi. Ad esempio quando siamo al telefono, oppure possiamo organizzare delle piccole postazioni di lavoro in piedi. E poi dobbiamo assolutamente sfruttare le pause per fare movimento, in qualunque forma va bene, dalla palestra alla corsa alla semplice camminata. Tutto è utile. Tra l’altro, sai che camminare stimola la creatività? Quando tornerai alla tua postazione di lavoro non solo ti sentirai meglio, ma avrai anche nuove idee e soluzioni creative…

Sai che c’è? Mi faccio due passi.

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