Quante volte hai pronunciato la fatidica frase "questa volta mi licenzio" dopo un ennesimo cambiamento in azienda?
La vita lavorativa è piena di cambiamenti, che ormai sono diventati la normalità. Tuttavia, gli individui vivono in modo diverso le difficoltà e i cambiamenti. Essenzialmente tre sono gli approcci:
- Il Fragile: per questa persona lo stress del cambiamento comporta una rottura, l’efficacia viene meno e l’umore si guasta.
- Il Robusto, invece, non viene sollecitato dai cambiamenti e continua per la sua strada imperterrito.
- L'Anti-fragile: lo stress del cambiamento sollecita la persona a crescere e migliorarsi. Questa è una caratteristica presente in natura; ad esempio i nostri muscoli, che se allenati, diventano sempre più forti e pronti a nuove sfide.
L'Anti-fragilità è un'attitudine fondamentale se si vuole gestire lo stress, ansia e agitazione da cambiamento.
Come disse il famoso filosofo greco Eraclito: "Tutto scorre. Panta rei".
Infatti, siamo immersi nel cambiamento costantemente, ma ci risulta sempre così difficile cambiare. Tuttavia esistono alcune pratiche e tecniche che possono aiutarci, possono allenarci, aumentare la velocità di adattamento e diminuire le situazioni negative.
Come mai il cambiamento non ci fa stare bene?
Noi esseri umani siamo esseri abitudinari. Le abitudini ci danno un senso di sicurezza e di controllo della realtà. Le abitudini ci fanno amare la routine e odiare il cambiamento. Infatti, se perdiamo i nostri riferimenti proviamo paura, ansia, stress e disorientamento. Continuiamo a chiederci "Sarò capace? Potrò fare ancora ciò che facevo prima?".
Dobbiamo imparare a riconoscere queste emozioni, perché il riconoscimento è il primo passo per gestirle. Dopo averle riconosciute e controllate, possiamo davvero riprendere il potere e costruire i nostri nuovi riferimenti. Infatti, quanto prima riusciamo a gestire queste emozioni, quanto prima impareremo a costruire nuove abitudini.
“Io ho il potere di influenzare la mia vita, ho il potere di adattarmi”.
Come gestire e controllare le emozioni?
Uno strumento determinante è il nostro Dialogo interiore. Questo interpreta la realtà, spesso la distorce per creare coerenza con i dati approssimativi recuperati dalla realtà. Alcune storie che ci raccontiamo sono innocue, altre hanno un potere enorme e spesso le abbiamo apprese senza accorgercene.
La storia che ci raccontiamo diventa la nostra vita
Ciò che ci raccontiamo diventa una profezia che si autoavvera. È importante, dunque, diventare consapevoli di ciò che ci raccontiamo, mettendo in discussione le nostre credenze limitanti.
Possiamo domandarci: "È vero quello che sto raccontando? È utile o mi blocca?"
Possiamo iniziare anche a riconoscere le frasi del linguaggio reattivo:
- "Non sono capace"
- "Non posso farci niente"
- "Sono fatto così e basta"
- "Devo farlo"
Queste espressioni del linguaggio reattivo possono diventare proattive:
- "Non ho ancora trovato il modo di..."
- "Quali sono le alternative?"
- "Posso scegliere un approccio diverso"
- "Scelgo di farlo perché c’è questa opportunità"
Se iniziamo a fare attenzione al nostro linguaggio interno, sostituendo le espressioni reattive in quelle proattive, abbiamo il potere di trasformare la nostra vita.
E' come avere una bacchetta magica!