Di change management ne sentiamo parlare ormai da anni: traducibile in “gestione del cambiamento”, è l’insieme delle attività e degli strumenti attraverso cui un’azienda gestisce il cambiamento della propria impostazione e della propria struttura organizzativa. Si tratta di un iter articolato e complesso che rende possibile la transizione da un assetto corrente a un futuro assetto desiderato.

Mentre l’industria 4.0 inserisce nuove tecnologie (Internet of Things, intelligenza artificiale, robotica, realtà aumentata e stampa 3D) e rivoluziona i processi operativi, diventa sempre più importante costruire una forte strategia di change management per restare al passo con i tempi e abbracciare il cambiamento, senza farsi travolgere.

 

L’industria 4.0 e il concetto di smart factory

Utilizzato per la prima volta in Germania nel 2011 durante la fiera mondiale sulle tecnologie industriali di Hannover, il termine industria 4.0 si riferisce al radicale cambiamento di paradigma che sta affrontando il settore manifatturiero grazie alla diffusione e all’utilizzo di nuove tecnologie nel processo produttivo. Questa ondata di innovazione digitale ha dato il via a una vera e propria Quarta rivoluzione che ha stravolto l’intero mondo del lavoro, eliminando occupazioni tradizionali e creandone di nuove.

Per smart factory (“fabbrica intelligente”) si intende un’azienda che ha adottato sistemi automatizzati, in linea con la Quarta rivoluzione, attraverso una strategia che va a toccare tre aspetti fondamentali:

  • Smart production: utilizzo di nuove tecnologie produttive in grado di aumentare l'interconnessione e la cooperazione tra macchine, persone e dati
  • Smart service: utilizzo di infrastrutture informatiche che permettono un rapido scambio di informazioni tra tutti gli attori della catena di produzione e con l’esterno
  • Smart energy: gestione più attenta delle risorse energetiche per rendere il processo produttivo più efficiente, ecologico ed economico

Rendere smart la propria impresa non è più solo una sfida, ma una priorità. Come emerge dalla quinta edizione della survey di Assochange, associazione italiana che riunisce esperti di business, università e change management, è proprio la trasformazione digitale il principale driver dei progetti di cambiamento nel 2019, che per la prima volta supera la necessità di ridurre i costi e di aumentare l’efficienza. Su un campione di 187 medie e grandi imprese dei principali settori economici, il 50% sceglie di avviare i propri progetti di cambiamento per una maggiore digitalizzazione.

 

Cultura del cambiamento per abbracciare la digital transformation

La strada verso l’innovazione e una gestione smart della propria azienda incontra però un grande ostacolo: la mancanza di una cultura aperta al cambiamento. Lo conferma l’indagine “Azienda del futuro e trasformazione digitale: sfide e opportunità per sprigionare i talenti condotta dalla società di ricerca Idc e commissionata da Cornerstone OnDemand, azienda americana leader nel campo dei software per la gestione del capitale umano. Lo studio ha intervistato oltre 1.400 professionisti delle risorse umane e business manager di 14 Paesi europei, Italia compresa, e ha rivelato che per la maggior parte di queste figure la barriera principale alla trasformazione digitale delle proprie imprese è la resistenza delle persone al cambiamento.

“Una trasformazione di successo richiede cambiamenti importanti nella gestione e nella trasformazione della forza lavoro, oltre a un grande sforzo a livello di comunicazione interna e di change management” ha osservato Bo Lykkegaard, Associate Vice President di Idc Software and European Enterprise Applications.

La rivoluzione 4.0, infatti, non è solo introduzione di nuove tecnologie e software, ma è prima di tutto ridefinizione di processi, equilibri e dinamiche. Richiede competenze tecniche e strumenti all’avanguardia, ma non può esistere senza una strategia di change management ben strutturata in grado di coinvolgere l’intera azienda. Un’impresa può diventare “smart” solo quando il suo stesso team è “smart”, ovvero aggiornato, qualificato, motivato a utilizzare nuove tecnologie e a modificare il proprio metodo lavorativo. Come diceva Albert Einstein, “non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. E senza un cambiamento di cultura aziendale, la rivoluzione 4.0 rimane solo una chimera.

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