Con il lockdown dovuto all’emergenza coronavirus, le nostre giornate sono diventate un flusso inarrestabile di videochiamate, chat e telefonate. Dalle riunioni di lavoro agli incontri con i clienti online, fino agli aperitivi virtuali, le lezioni di pilates in modalità “smart” e le cene con i parenti su Skype, passiamo gran parte del nostro tempo in contatto con gli altri, ma attraverso uno schermo.

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Se da una parte Zoom, Skype, Google Hangouts Meet e Whereby ci hanno permesso di continuare a lavorare da remoto e di mantenere contatti con il mondo esterno, dall’altra l’utilizzo di queste piattaforme può essere molto stancante. Il magazine The Cut ha coniato il termine “zoom hungover” per definire il senso di nausea e spossatezza causato dalle videocall; sempre di questi mesi è l’espressione “Zoom fatigue”, l’affaticamento da videochiamata che si applica non solo a Zoom ma a tutti gli strumenti del genere.

Proviamo a scoprire insieme perché le videochiamate sono più estenuanti dei meeting face-to-face.

  • Assenza di segnali non verbali

Quando abbiamo un dialogo con un’altra persona, non ci affidiamo solo alle parole. La comunicazione è fatta in gran parte di segnali non verbali, come le espressioni del volto, il tono di voce, la gestualità e i movimenti del corpo, che completano e aiutano a inquadrare il discorso. Nelle videochiamate questi segnali si perdono, o addirittura vengono distorti da una cattiva connessione, e il cervello è costretto a prestare un’altissima concentrazione per decifrare le informazioni mancanti. Questa costante tensione è molto stancante: come spiega Gianpiero Petriglieri, professore associato di Comportamento organizzativo all’INSEAD, “non ci si può calare naturalmente nelle conversazioni e rilassarsi”.

  • Intoppi tecnologici e silenzi snervanti

Rumori di sottofondo; figli che appaiono all’improvviso davanti allo schermo; connessione Wi-Fi instabile; schermi “freezati” e audio disturbato: in una videochiamata sono tantissimi gli imprevisti che possono rompere il flusso comunicativo. In una riunione di lavoro face-to-face, gli imprevisti sono più facili da gestire: se ci sono dei rumori fuori ufficio, si sdrammatizza con una battuta; se il computer non funziona, si prende una pausa. Durante le videochiamate, invece, tutto è più meccanico e viviamo nel terrore che il computer si spegna, il Wi-Fi non regga o l’audio arrivi in ritardo. Anche i silenzi diventano snervanti: secondo uno studio tedesco condotto nel 2014, un ritardo nella trasmissione di 1,2 secondi ci porta ad avere una percezione negativa o meno amichevole dei nostri interlocutori.

  • Una continua performance

“Quando sei in videochiamata, sai che tutti ti stanno guardando; è come essere sul palco, quindi arriva la pressione sociale”: così Marissa Shuffler della Clemson University, studiosa di benessere sul posto di lavoro, spiega il fattore “performance” alla BBC.  La carrellata di persone davanti allo schermo diventa come una platea, ci sentiamo gli occhi puntati addosso e vogliamo dare il massimo, sempre. Vedere il proprio viso sullo schermo ci mette poi a disagio e ci ricorda di essere di fronte a una telecamera, rendendo il nostro comportamento poco spontaneo e naturale.

  • Rottura equilibrio vita privata/lavoro

Con lo smart working, la nostra casa è diventata il nostro ufficio, il nostro ufficio la nostra casa. Le videochiamate accorciano ancora di più la distanza vita privata/vita lavorativa: tutti i nostri incontri, da quelli di lavoro a quelli con amici e parenti, avvengono virtualmente, sulle stesse piattaforme. Questa assenza di varietà e di stacco rende le videochiamate ancora più stressanti, tanto che anche gli incontri con gli amici vengono percepiti come “meeting di lavoro”. Come spiega Petriglieri, è come andare in un bar, sedersi a un tavolo e parlare prima con i professori, incontrare poi i genitori e infine organizzare un appuntamento romantico, senza mai cambiare di postazione. Non sarebbe strano?

Suggerimenti pratici per gestire le videochiamate senza stress

È molto probabile che lo smart working andrà avanti a lungo e che non torneremo più alla vita “pre-covid”: i viaggi di lavoro saranno ridotti al minimo, così come le trasferte, gli incontri face-to-face e le riunioni aziendali numerose. Per evitare lo stress da videochiamata, limitatevi a partecipare a quelle strettamente necessarie; se possibile, preferite uno scambio di mail o una condivisione di file con note dettagliate. Se siete in una videocall, non sentitevi in obbligo di accendere la telecamera o il microfono: questo vi aiuterà a limitare l’ansia da performance. Scegliete una stanza di casa che vi mette a vostro agio e utilizzate strumenti tecnologici adeguati. Non accavallate poi le videochiamate: lasciatevi sempre dello spazio tra una e l’altra, alzatevi dalla sedia e fate due passi. Se potete limitarvi a una “vecchia” chiamata, provate a camminare invece di restare inchiodati alla scrivania: passeggiare limita lo stress e stimola la creatività.

 

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