Nel mondo del lavoro, il 2020 verrà ricordato come l’anno dello smart working. Anche se le normative sul lavoro agile sono state definite nel 2017, ci è voluta una pandemia globale per farci conoscere e sperimentare questa “nuova” modalità di lavoro.

Molti economisti ed esperti hanno visto in questo periodo di smart working “forzato” una grande opportunità per il futuro, un banco di prova per aziende e dipendenti che da un giorno all’altro hanno dovuto stravolgere le proprie abitudini e il proprio modo di lavorare. Tra incertezze, difficoltà e scenari, un dato è certo: risorse umane motivate, soft skills e tecnologie adeguate sono gli ingredienti chiave per uno smart working efficace.

Smart Working Forever

Le risorse umane restano il cuore di un’azienda

Con lo smart working, l’ufficio smette di essere un luogo di lavoro e di incontro: niente più caffè a metà mattina, niente più riunioni face to face, niente più pause pranzo insieme. Si lavora da casa, ognuno per conto proprio. Nato durante l’emergenza, questo trend è destinato a proseguire: secondo le previsioni di Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, la presenza in ufficio si ridurrà al 50-60% rispetto a come eravamo abituati in passato.

Uno dei problemi principali legati allo smart working è il senso di solitudine, isolamento e disorientamento che si prova quando si lavora da casa: vengono a meno i rapporti con i colleghi e ci si sente tagliati fuori dalle dinamiche organizzative e relazionali. Per ridurre questo rischio, diventa fondamentale mantenere una comunicazione aperta. Un buon manager deve cercare il dialogo con i propri dipendenti e collaboratori, deve saperli ascoltare, renderli partecipi alle dinamiche aziendali: solo così svilupperanno quel senso di appartenenza che porta a una maggiore motivazione e produttività.

Le risorse umane, infatti, rimangono il cuore di un’azienda, sia che ci sia un ufficio fisico o meno. Ora più che mai PA e HR devono prendersi cura dei propri collaboratori, farli sentire apprezzati e importanti, far capire che l’azienda è presente, per esempio proponendo corsi di formazione per favorire la loro crescita professionale. Bisogna anche rispettare la vita privata delle persone, non scambiando smart working con reperibilità 24 ore su 24.

Soft skills

Lo smart working impone un radicale cambio di mentalità, per i dipendenti ma soprattutto per i manager. I primi, infatti, si ritrovano a lavorare autonomamente da casa, mentre i secondi devono abituarsi a nuova gestione del personale e della produttività. Il passaggio prevede un’organizzazione del lavoro non più focalizzata sulla presenza fisica in ufficio ma sui risultati, basata sulla fiducia invece che sul controllo, sull’autonomia invece che sulla gerarchia.

In un contesto di lavoro nuovo e in continua trasformazione è importante sviluppare e investire in soft skills come flessibilità, propensione all’adattamento, gestione del tempo e del proprio lavoro, leadership, capacità di ascolto attivo e di delega. Sono necessari interventi formativi mirati sia per i collaboratori ma anche per tutti i livelli dirigenziali.

Il giusto supporto tecnologico

Se è vero che le persone e le competenze umane mantengono un ruolo centrale nel mondo del lavoro, è altrettanto vero che serve il giusto supporto tecnologico per uno smart working che sia “smart” per davvero. In un’indagine condotta da Citrix in collaborazione con OnePool, il 29.3% degli intervistati ha dichiarato che l’ostacolo più grande allo smart working è legato alla mancanza degli strumenti aziendali (computer, schermo, server), mentre il 26,3 % ha segnalato il mancato accesso a molte risorse aziendali.

Compito delle imprese è dotare il personale dei giusti strumenti tecnologici (per cominciare, un wi-funzionante, un pc ottimizzato e delle cuffie isolanti) per lavorare in modo efficiente. Piattaforme come Trello e Slack possono poi fare la differenza per quanto riguarda la gestione del flusso produttivo, le comunicazioni interne e il rispetto delle deadline. Fondamentale anche favorire e rafforzare le competenze digitali tra i dipendenti, guidandoli all’utilizzo di piattaforme e strumenti sempre più avanzati.f