Il successo in affari richiede indubbiamente una certa disponibilità a collaborare con gli altri e a dar loro fiducia” racconta David DeSteno, professore di psicologia alla Northeastern University. Inserita dallo psicologo Robert Plutchik tra le otto emozioni primarie, la fiducia è alla base di tutte le relazioni, inclusa quella tra il manager e i suoi dipendenti. Da una parte, il manager si affida alle capacità, alla serietà e al lavoro dei dipendenti; dall’altra, i dipendenti si affidano al manager per la propria crescita professionale e per il benessere sul posto di lavoro.

Un forte legame di fiducia tra le due parti è fondamentale per creare un ambiente di lavoro positivo e performante. Secondo una ricerca del 2016 effettuata da Paul Zak, direttore e fondatore del Center for Neuroecomics Studies, le persone provenienti da una cultura aziendale a elevata fiducia hanno dimostrato:

  • 74% di stress in meno
  • 106% di energia in più
  • 50% di produttività in più

E ancora, il 13% in meno di giorni di malattia, il 40% in meno di burnout professionale e il 20% in più di soddisfazione personale.

Perché la fiducia è così importante in azienda?

Sappiamo quanto siano importanti le relazioni tra leader e collaboratori per il successo di un’azienda. E alla base di ogni rapporto abbiamo la fiducia: è la fiducia a legare le persone, a fortificare i legami, a dare vita a collaborazioni e scambi. È la forza che crea proiezioni, aspettative, coinvolgimento. In poche parole, la fiducia può aprire un mondo di opportunità.

Al contrario, i dipendenti che non si fidano dei propri colleghi e manager sono pochi propositivi, tengono per sé i propri talenti e non esprimono al meglio le proprie capacità. Ora più che mai, con l’aumento dello smart working e dei lavoratori da remoto, è sempre più importante e difficile creare rapporti di fiducia con i propri collaboratori. Come spiega Todd Davis, Chief People Officer ed Executive Vice President di FranklinCovey, “costruire fiducia è la cosa più importante nel rapporto con gli altri, certamente nel rapporto di un manager con il suo team”.

Trust management: reciprocità e il conto corrente emozionale

Fino a qualche anno fa, la fiducia era considerata una soft skill secondaria, quasi innata e da trattare con un approccio spontaneistico. Solo recentemente i manager si sono resi conto dell’importanza di creare una cultura aziendale basata sulla fiducia. Oggi si parla sempre più di trust management, ovvero gestione della fiducia: un obiettivo aziendale da trattare con attenzione, progettualità, costanza e impegno.

Prima di lavorare alla costruzione di una cultura aziendale basata sulla fiducia, dobbiamo capire i meccanismi che la regolano.

  • Reciprocità

“Il solo modo di rendere affidabile una persona è di avere fiducia in lei”: queste le parole di Henry L. Stimson, politico americano del secolo scorso. La legge di reciprocità è semplice: chi dà fiducia, ne riceve indietro. In azienda, è il manager ad avere il compito di innescare questo processo, riponendo fiducia nei propri collaboratori e delegando loro incarichi di responsabilità. Ovviamente il processo non è immediato e la fiducia si costruisce nel tempo: il manager dovrà dunque scegliere con attenzione le persone di cui fidarsi.

  • Il conto corrente emozionale

Ideata dal formatore americano Stephen Covey nel suo libro Le sette regole per avere successo, “la metafora del conto corrente emozionale si riferisce alla quantità di fiducia che si è creata, nel tempo, in una relazione”. Il conto corrente emozionale funziona come un qualsiasi conto corrente bancario condiviso: quando commettiamo errori relazionali, preleviamo fiducia, mentre con le azioni giuste la guadagniamo. Puntualità e onestà, per esempio, sono “comportamenti-deposito”; mancanza di rispetto e ritardo nelle scadenze, al contrario, sono “comportamenti-prelievo”. Manager e dipendenti, con i loro rispettivi prelievi e depositi, contribuiscono al bilancio del conto corrente emozionale del team.

Scopriamo nel prossimo post gli otto comportamenti chiave del management che generano fiducia, identificati da Paul Zak.